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Progetto Beduini - Bedouins Project

Nomadismo in Siria

Percorrendo la strada statale che da Palmira (Tadmor) porta verso Deir ez-Zor al fiume Eufrate, i nostri occhi sono attirati da piccole sagome scure che si stagliano all’orizzonte. Sono tende di varie tribù beduine presenti in gran numero in questa zona.
Stiamo percorrendo in realtà una delle antiche vie carovaniere che sin dai tempi del regno di Mari, collegava questa antica città sull’Eufrate, con l’altra capitale Qatna (nei pressi dell’attuale Homs) e come dimostrano gli archivi reali trovati a Mari (XVIII sec a.C.) la zona era percorsa da turbolente tribù nomadi al tempo alleate od ostili ai poteri statali.
Da Qatna fin oltre l’attuale Palmira, ai piedi del Jebel al-Bishri, si muovevano i turbolenti Sutei, un pericolo per le carovane, arrivati a Mari era possibile vedere accampata al di fuori della città, la tribù degli Khanei che davano il nome alla regione ed i Beni Yamina.
In 4000 anni di storia i nomi delle tribù succedutesi sono cambiati così come i loro rapporti col potere statale, quello che è rimasto immutato è un sistema di vita, economico e sociale che è possibile vedere ancora adesso.
Ed è proprio nella zona del monte Bishri, ma non solo, che ancora adesso possiamo incontrare tende degli Anezeh, degli Hadidyin, dei Bu Khamis, ecc…Queste tre tribù beduine sono rappresentative di un fenomeno articolato che in modo generico definiamo nomadismo ma che in realtà si differenzia notevolmente da gruppo a gruppo a seconda di quali siano le relazioni della tribù con i sedentari e le città.
In questo modo possiamo distinguere ad esempio tra nomadi, seminomadi e sedentari.
Le tribù nomadi arrivate con una delle ultime ondate migratorie dall’Arabia alla fine del 1700, hanno mantenuto la loro autonomia stanziandosi in zone più isolate e lontane dai centri abitati, dedite all’allevamento del dromedario ancora oggi, sono costituite dal gruppo degli Aneze, degli Shammar e Rwala. I gruppi seminomadi come gli Hadidyin, i Beni Khaled, i Nu’im, ecc…sono dediti all’allevamento capro-ovino che necessita di maggior vicinanza alle fonti idriche ed anche ai centri abitati per la vendita degli animali, questi gruppi sono arrivati in un periodo più antico, alcuni addirittura nel Medioevo, e col tempo si sono legati alle città ed ai sedentari interagendo con loro in modo maggiore che i gruppi nomadi arrivati più di recente.
Altre tribù, come gli Aghedaat, gli Mshada, i Mawali ormai quasi completamente sedentarizzati nei villaggi, sono dediti all’agricoltura pur riconoscendo la loro origine beduina, il loro lignaggio ossia l’appartenenza alla tribù e l’autorità dei capi tribali (shiukh).
Girando tra le  tende di tribù in tribù, col tempo è possibile riconoscere le differenze tra una e l’altra, nella foggia e nei colori degli abiti nelle differenze dei tatuaggi che portano sul viso e sul corpo, nelle differenze tra le tende e le suppellettili.
Questo modo di vita che è anche una cultura specifica con tradizioni proprie, nell’ultimo secolo è cambiata notevolmente, prima con le riforme agrarie degli anni ’40 del ‘900 che hanno spinto alcuni elementi consistenti di alcune tribù a sedentarizzarsi e a trasformare la loro economia da pastorale ad agraria, poi con l’intervento delle automobili e dei camion che hanno cambiato il modo di spostarsi sul territorio, infatti in primavera ed autunno quando le tribù si spostano nelle rispettive zone estive ed invernali per il pascolo delle greggi, tende ed animali vengono caricati su grandi camion e grazie ai veicoli è possibile spostarsi in zone non abituali per la specifica tribù, cosa che ha modificato i percorsi e anche le aree di nomadizzazione.
Custodi delle tradizioni sono rimasti solo gli anziani che ancora portano sul corpo i tatuaggi caratteristici di ogni gruppo tribale, che ricordano i nomi delle frazioni tribali a cui appartengono, che ricordano storie e leggende antiche della tribù, ma nell’arco di una-due generazioni tutto questo patrimonio culturale tenderà a scomparire se non si farà il possibile per raccogliere gli ultimi frammenti di una storia millenaria.
I loro tatuaggi ci raccontano di simboli, di rimedi contro le malattie o il malocchio, storie d’amore col tentativo attraverso il tatuaggio di attirarsi il favore dell’amato; ma sono anche il colore degli occhi e della loro pelle a raccontarci storie di popoli provenienti dal’Arabia o genti di pelle chiara come i circassi o gli armeni strappati dalle loro terre e portati in Siria dall’impero Ottomano e che si sono mescolati ad alcuni gruppi beduini, così in alcune tende stupisce vedere bimbi con gli occhi azzurri e i capelli biondi.
Una storia che non appartiene solo alla Siria nello specifico (o ai vari paesi interessati al fenomeno), ma che è patrimonio culturale di tutti, un caso emblematico presente nella Bibbia è il conflitto tra Caino e Abele che non è altro che l’esemplificazione del conflitto sociale tra nomadi e sedentari.
 




Tende visitate 2006

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Progetto Wašm-Daqq

Introduzione:
Gli archivi del regno di Mari (prima metà del XVIII sec. a.C.) indicavano una distribuzione delle tribù nomadi di allora, nell’attuale territorio siriano. I Sutei erano stanziati nella zona del Jebel al-Bishri e compivano razzie (gazu) tra l’attuale città di Homs e l’Eufrate, danneggiando i commerci e gli spostamenti tra le antiche città di Qatna (Mishrifeh) e Mari (Tell Hariri). Gli Khanei e Beni Yamina erano invece stanziati nell’alto Khabur e nella zona di Harran, al tempo alleati od ostili verso le città dell’Eufrate.
Ma già prima, al tempo della I dinastia babilonese (XIX-XVIII sec. a.C.) fecero la loro comparsa gli Amorrei (in akkadico Amurrum) già noti dai Sumeri col nome di Martu, la prima testimonianza storica che li riguarda è datata al regno di Sharkalisharri (2217-2193 a.C.), che riporta una vittoria su Amurrum nella montagna di Basar (Jebel al-Bishri).
Con l’arabizzazione del Medio Oriente e il passare dei secoli cambiarono le tribù, ma non quel sistema sociale ed economico che si è conservato fino ad ora.
I cambiamenti avvenuti negli anni ’30 del 1900, riforme agrarie e stanziamento al suolo di alcune tribù, con la conversione del loro sistema economico da pastorale ad agrario, ha modificato le relazioni tra i membri del gruppo rendendo più labili quegli aspetti culturali un tempo solidi.
Tra i cambiamenti avvenuti vi è anche quello che riguarda il tatuaggio, argomento di questo progetto.
L’arte di tatuare (in particolar modo le donne) affonda le sue radici nella notte dei tempi, quando non solo i nomadi ma anche i sedentari usavano tatuarsi per scopi più disparati, un motivo era medico, uno apotropaico e l’altro utilizzava il tatuaggio come una sorta di maquillage.
Von Oppenheim (1899-1900) dava una descrizione dei tatuaggi delle donne beduine: “che portano tatuati dei segni sulle guance e sulla fronte…e a volte l’intera faccia, ad eccezione del naso e degli occhi è coperta con motivi che formano una sorta di velo”.
E Musil nel 1928 raccontava: “la pittura che è prodotta daqq al-wasm, generalmente cerchi e triangoli, è supposta accrescere la bellezza del corpo della fanciulla”.
Un tempo usato da tutti gli individui (in particolar modo dalle donne) nomadi e sedentari, la tradizione si è conservata maggiormente presso i beduini grazie al loro maggior conservatorismo.
Attualmente anche i beduini di Siria non tatuano più le giovani ragazze e i motivi più elaborati sono individuabili solo nei visi delle anziane, per questo motivo nell’arco di circa dieci anni quest’arte scomparirà.
Il tatuaggio (washm-daqq) un tempo era eseguito da zingare (Nawar) che passavano di tenda in tenda proponendo questo lavoro. Solitamente era la madre della ragazza a scegliere i motivi decorativi da tatuare, per questo motivo ogni tribù presenta degli elementi specifici diversi dalle altre, ed in linea di massima è possibile individuare la tribù di appartenenza dal motivo decorativo tatuato.
I tatuaggi eseguiti sulle giovani ragazze (sulle braccia, gambe e sul viso) avvenivano poco prima dei 18 anni, comunque prima del matrimonio, fatta eccezione per piccoli motivi decorativi che potevano esser fatti anche in tenera età.
I tatuaggi delle donne avevano per lo più uno scopo decorativo, fatta eccezione per i tatuaggi sul polso khassar che avevano lo scopo di fortificarlo, come il tatuaggio chiamato hallabat che serviva per rinforzare il polso sottoposto allo sforzo della mungitura.
Ad ogni modo elementi decorativi ed apotropaici (difesa da elementi negativi) a volte si confondono.
Il tatuaggio veniva eseguito con 6 piccoli aghi e come tintura si aggiungeva cenere e carbone alla bile di qualche animale o al latte.
Vi sono dei simboli ricorrenti per tutte le tribù e che hanno lo stesso nome, altri simboli pur uguali hanno nomi diversi, ad ogni modo è l’insieme dei vari disegni che crea un tipo di decorazione caratteristico per una specifica tribù.
Troviamo quindi come simboli-motivi decorativi la forbice (mutarraf), la croce (salib), il fiore (wardi), altri elementi noti come rdeya, amle, oppure il pettine (musht) ai lati della bocca o sulla fronte (Hadidiyn) oppure la gazzella (gazaal), sul mento rithma o sababil (grano). L’elemento tra gli occhi, sopra il naso è generalmente chiamato luna (hilal), mentre le decorazioni sulle braccia hanno nomi più fantasiosi come “cuscino della cugina” (musada bit el Ammu), sopra la mano “guanto della figlia del Re” (chaff bint al Melek), ecc… Si tratta di elementi che appartengono al mondo beduino, oggetti comuni, animali, che a volte si caricano di specifiche valenze simboliche. 

Genesi del progetto:
Questo mio lavoro iniziale e non metodico, ha portato comunque ad un primo risultato che ho esposto nella mia tesi di laurea all’Università degli Studi di Udine (Italy) nel 2004, dal titolo “Le tribù beduine della Siria e l’arte del tatuaggio”.
Nel testo ho tracciato una linea di unione tra i primi alfabeti sud-arabici e alcuni motivi utilizzati nei tatuaggi, si tratta di una linea non chiara e definita ma che fa intravedere un patrimonio comune di disegni e motivi decorativi, usati anche nei simboli delle frazioni tribali e nei motivi marchiati sui dromedari.
Nello stesso tempo è stato possibile individuare le origini di una tradizione che come aveva già intuito Field negli anni ’30 del 1900, non è appannaggio dei nomadi ma anzi era più forte presso i sedentari, gli abitanti delle città e che progressivamente è passata ai beduini e lì si è conservata ancor oggi.
Sono arrivato a comprendere l’importanza di raccogliere in modo sistematico ed organico i motivi tatuati dalle singole tribù, per preservarne la memoria prima che nell’arco di dieci anni questi scompaiano, raccogliere i simboli con fotografie e disegni, capirne i significati e individuare delle caratteristiche che distinguano un tatuaggio di una tribù da quello di un’altra.

Modalità e obiettivi del progetto:
Il progetto ha l’obiettivo di censire le varie tribù nomadi e sedentarie della Siria, raccogliendone i motivi decorativi ed i design trasmessi attraverso l’uso del tatuaggio sul viso e sul corpo.
Con questi dati sarà possibile ricostruire i motivi e simboli usati da ciascun gruppo tribale.
Dato che i tatuaggi sono eseguiti con tre finalità: maquillage permanente, scopo “medico”, scopo magico ed apotropaico, sarà possibile isolare ed individuare i motivi decorativi utilizzati per questi usi specifici, da quali tribù e all’interno di queste verificare le differenze eventuali tra i simboli usati dalle diverse frazioni tribali (clan-fukhud e lignaggio-hamula).
Il progetto si svilupperà attraverso una raccolta di dati sul territorio in modo sistematico, discutendo con le persone che ne portano i simboli del significato di questi ultimi, individuando le anziane tatuatrici nawari, eseguendo una documentazione fotografica e grafica con disegni dei vari design.
Obiettivo finale sarà conoscere i simboli tatuati dalle donne, il significato di questi ultimi e la loro conservazione. Inoltre avremo a disposizione anche una mappa aggiornata della distribuzione delle tribù sul territorio siriano, un dato non aggiornato dal 1950.
La raccolta e lo studio dei dati sarà divisa in 5 momenti diversi e prenderà in esame differenti zone della Siria e di conseguenza le diverse tribù per ogni territorio di studio.

Modalità:
1– Survey-raccolta sistematica dei dati sul campo (tramite documentaz. fotografica, grafica attraverso disegni, scritta attraverso la discussione con persone e registrazioni).
2 – Studio delle fonti occidentali e arabe.
3 – Elaborazione di questi dati e loro studio.
4 – Editing grafico.
5 – Pubblicazione del materiale.

Le zone ambito dell’indagine:
1 – il circondario di Damasco e l’Hawran, con le seguenti tribù: Rwalla, Weld Ali, Aghedaat della Ghuta, Ghiats, Beni Amer, Slouts, Sardiye, Jewabre.
2– il triangolo Hama-Homs-Tadmor (Palmira), con le seguenti tribù: Hassanah, Sba’a (Gomussa e Abdah), Naim, Fawarah, Beni Khaled, Togan, Turki, Kharashin, Mawali, Bushacim, Leheib, Amur.
3 – il circondario di  Aleppo e il nord della Siria, con le seguenti tribù: Aghedaat Bu Leyl, Hadidiyn (Guma e Ganatse), Ghayar, Whahab, Bu Khamis, Djess, Sheiklar, El Aoun, El Gallad, Bu Sheikh.
4 – il triangolo Palmira-Deir ez Zor-Raqqa, con le seguenti tribù: Fed’an (Wuld e Khressah), Hadidiyn Bu Khassan, Baggara, Abu Sha’ban (Afadles, Weldi,Sabkha,Bu Sbee, Abu Assaf).
5 – il triangolo Deir ez Zor- Hassake-frontiera con l’Irak, con le seguenti tribù: Shammar, Sharabiyn, Jbur, Tay, Aghedaat, Mshada, Harb.

Risultati del progetto:

Il progetto porterà alla conoscenza dei motivi decorativi tatuati dai diversi gruppi tribali (prima inesistente), a una conservazione di questi (prima della loro scomparsa definitiva), ad una conoscenza della distribuzione delle tribù sul territorio siriano.

Questi dati potranno essere raccolti e resi fruibili al pubblico tramite:

  1. Pubblicazione cartacea (libro fotografico e/o pubblicazione scientifica)

  2. Pubblicazione web

  3. Creazione di un GIS ( Geographical Information System) delle tribù beduine in Siria e dei loro motivi decorativi (tatuaggi)

  4. Creazione di un CD da distribuire a scuole e Università

  5. Organizzazione di una mostra fotografica:“Le tribù beduine della Siria e i loro tatuaggi”

Perché finanziare il progetto:
Due sono i motivi fondamentali per cui finanziare il progetto.

1- novità di un lavoro mai eseguito precedentemente

2- importanza di documentare una tradizione che scomparirà nell’arco di 10 anni

Il lavoro che qui si propone è completamente nuovo, mai eseguito in Siria o in altri paesi dell’area medio-orientale. Prima della mia tesi di laurea, un lavoro analogo era stato fatto solo da Field nel 1930 in Irak, ma per un numero limitato di tribù e tatuaggi.
Inoltre è fondamentale compiere questo lavoro ora, con un’istituzione di alto profilo, prima che la tradizione scompaia.
Importantissimo è conservare questo patrimonio culturale delle donne, che riguarda la storia dell’uomo non meno di altri tipi di patrimonio culturale, quale quello architettonico o archeologico.
Vi è un solo modo per conservare questa cultura e arte del tatuaggio, la sua documentazione prima della scomparsa imminente, se questo lavoro non verrà fatto, un’arte millenaria scomparirà e nessuno ne avrà raccolto una testimonianza.

Wašm-Daqq Project

Introduction:
The archives of Mari Kingdom (first half of XVIII century. b.C.) included a distribution of the nomadic tribes of the time, in the actual Syrian territory. The Sutei were located in the area of Jebel al-Bishri and used to carry out raids (gazu) between the actual city of Homs and the Eufrates, jeopardizing trading activities and movements of people between the ancient cities of Qatna (Mishrifeh) and Mari (Tell Hariri). The Khanei and Beni Yamina were located in the area of the upper Khabur and in the area of Harran; at that time they were either allied or hostile to the cities along the Euphrates.
Even before, at the time of the Babylonian dynasty, (XIX-XVIII century. b.C.) the Amorrei (in akkadian Amurrum) appeared; they were already known among the Sumeri as Martu, the first historical witness related to them dates back to the Kingdom of Sharkalisharri (2217-2193 b.C.), reporting a victory over Amurrum in the mountain of Basar (Jebel al-Bishri).
Through the arabization of the Middle East and the passing of centuries the tribes changed, however their typical social and economic system was preserved and still exists.  The developments occurred during the ’30s of 1900 (agrarian reforms, sedentarization of some nomadic tribes, and the deriving transformation of the economic system from pastoral to agrarian) has modified relationship patterns among group members; as a consequence, those cultural features once solid and typifying became more fleeting.
The above changes regarded also the tattoo, subject of this work.
The art of tattoo (especially among women) is rooted in the mists of time, when not only the nomadic people but also sedentary ones used tattoo for all kinds of purposes: medical purpose; apotropaic, beauty and make up. Von Oppenheim (1899-1900) provided the following description of Bedouin women’s tattoo: “they carry signs tattooed on their chicks and on the forehead .... Sometimes the whole face is tattooed, except the area around the nose and the eyes so that to look like a veil’.
E Musil in 1928 provided the following account: “the painting produced with the daqq al-wasm technique, generally regards circles and triangles, and is deemed to increase the beauty of a girl’s body”.
Formerly, it was used by all people (in particular women) both nomadic and sedentary; the tradition was preserved mainly among Bedouins thanks to their strong conservatory attitude. Nowadays also Syrian Bedouins do not tattoo anymore young girls; elaborated patterns can be noticed only on the faces of old women; it is likely that during the course of the next ten years this art will disappear.
The tattoo (washm-daqq) was formerly realized by gypsy women (Nawar) who were used to go from tent to tent proposing this type of work. Usually it was the mother of the girl who chose the patterns and designs to be tattooed on her daughter. As a consequence, each tribe presents its specific patterns and elements which differ from tribe to tribe. It is possible to identify the tribe a person belongs to from the type of tattoo.
Tattoos are realized on young girls’ bodies (arms, legs and face) short before the age of 18, in any case before their marriage, with the exception of small decorative patterns which could be done also to small children.
Women’s tattoos had mainly a decoration purpose, except for those tattoos on the wrist khassar which were believed to make the wrist stronger, like the tattoo called hallabat which was used to reinforce the wrist after the effort of milking.
In any case the decorative and apotropaic (defence from negative elements) signs tended sometimes to merge together. The tattoo was realized with six small needles; dyes were made by melting together ashes, charcoal and bile of some animal or milk.
There are recurrent symbols for all tribes which have the same name; other symbols, though identical, carry different names; in any case it is the mix of different drawings which determines a specific kind of decoration distinctive of a given tribe.
It is possible to find the following symbols/ decorative patterns: the scissor (mutarraf), the cross (salib), the flower (wardi), other elements known as rdeya, amle, or the comb (musht) at the sides of the mouth or on the forehead (Hadidiyn) or the gazelle (gazaal), on the chin rithma or sababil (wheat). The element between the eyes, above the nose is generally called moon (hilal), while decorations along the arms have more original names such as the ‘cushion of the cousin’ (musada bit el Ammu), over the hand ‘the king’s daughter glove’ (chaff bint al Melek), etc… These are elements characteristic of the Bedouin life: objects of everyday use and animals, which are sometimes associated to specific symbolic values.


Genesis of the Project:
The research that I carried out with an unsystematic approach is just an initial step; nevertheless it brought to one first major result that I have presented in my University dissertation at Udine University (Italy) in 2004, entitled “The Bedouin tribes of Syria and the art of tattoo”.
I made the association between the first south-Arabian alphabets and some tattoo patterns; the common element is a line not very well defined or neat which could hint at a shared heritage of drawings and decorative patterns, which can be found also in symbols used by tribal clans and in the patterns of dromedaries’ marks.
This finding made it possible to identify the origin of a tradition that, as Field already understood in the Thirties of the last century, is not typical of nomads; on the contrary it was much more consolidated among sedentary populations, inhabitants of cities. Progressively this tradition was passed on to the Bedouins who are still nowadays showing evidence of it.
I came to appreciate the importance of collecting in a systematic and comprehensive way decoration patterns of single tribes to preserve a witness before its disappearance during the course of the next ten years; there is a need to document symbols through pictures and drawings, understand their meanings and identify specific elements which are distinctive of specific tribes.


Modalities and objectives of the project:
The Project aims at taking census of different nomadic and sedentary tribes of Syria; through the collection of decoration patterns and designs passed on through the art of face and body tattoos.
These data will allow reconstructing patterns and symbols used by each tribal group.
Since tattoos are generally realized with three purposes: permanent maquillage, medical treatment, magic and apotropaic, it is possible to insulate and identify those decoration patterns utilized for the above purposes and by which tribe.  Moreover it will be also possible identifying the differences between symbols used by singles clans within the same tribe (clan-fukhud and parentage -hamula).
The Project will be carried out through a systematic collection of data in the field, by discussing with people knowledgeable about the meanings of the tattoos they have, identifying the old women tattoo makers nawar, realizing a photographic and graphic documentation with the drawings of the different designs.
Final objective will be to understand the symbols tattooed by women, their meanings and their preservation.
Moreover the Project will produce an updated map of tribal distribution in the Syrian territory; a data last updated in 1950.  The collection and data analysis will be divided in five steps and it will look at different areas of Syria and related tribes.

Modalities:
1
– Survey- systematic collection of data in the field (through photographic and graphic documentation; produced during meetings with Bedouins and through recording);
2 – Study of the western and Arab sources of information;
3 – Study and elaboration of the above data;
4 – Graphic editing;
5 – Publication of the above findings.

Areas and scope of the research:
1 – Districts around Damascus and the Hawran, considering the following tribes:
Rwalla, Weld Ali, Aghedaat of Ghuta, Ghiats, Beni Amer, Slouts, Sardiye, Jewabre.
2– The ‘triangle’ Hama-Homs-Tadmor (Palmyra), considering the following tribes:
Hassanah, Sba’a (Gomussa e Abdah), Naim, Fawarah, Beni Khaled, Togan, Turki, Kharashin, Mawali, Bushacim, Leheib, Amur.
3 – Districts around Aleppo and northern Syria, considering the following tribes: Aghedaat Bu Leyl, Hadidiyn (Guma and Ganatse), Ghayar, Whahab, Bu Khamis, Djess, Sheiklar, El Aoun, El Gallad, Bu Sheikh.
4 – The ‘triangle’ Palmyra-Deir ez Zor-Raqqa, considering the following tribes:
Fed’an (Wuld and Khressah), Hadidiyn Bu Khassan, Baggara, Abu Sha’ban (Afadles, Weldi,Sabkha,Bu Sbee, Abu Assaf).
5 – The ‘triangle’ Deir ez Zor- Hassake- Iraki border, considering the following tribes: Shammar, Sharabiyn, Jbur, Tay, Aghedaat, Mshada, Harb.

Project results:

The Project will lead to an in-depth knowledge of decoration patterns tattooed by different tribal groups (a data not available before), to their preservation (as they are likely to disappear) and to the knowledge of tribal distribution in the Syrian territory.

These data can be made available to the public through:

  1. Paper publication (photographic book and /or scientific publication).

  2. Web publishing

  3. Creation of a GIS (Geographical Information System) of Bedouin tribes of Syria and of their decoration patterns (tattoos).

  4. Production of a CD to be distributed to schools and Universities.

  5. Organization of a photographic exhibition entitled: ‘The Bedouin tribes of Syria and their tattoos’.

Reasons for financing the Project:
There are two main reasons for financing this Project:

1- Uniqueness of a work never conducted before;

2- Importance of documenting a tradition which is likely to disappear in the course of the next ten years.

The type of work proposed through this Project is absolutely new, never realized before in Syria or in other countries of the Middle East.
A part from my University research, only Field in the Thirties conducted a similar work in Irak; however it considered a limited number of tribes and tattoos.
It is of utmost importance that this ‘women cultural heritage’ be preserved, as it regards the History of Mankind the same as other types of cultural heritages like architecture or archaeology.
Documentation is the only one way to preserve this culture and the art of tattoo, before its extinction.
If this work will not be carried out, a millennial art will disappear without anyone having collected evidence of it.
 

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